I documenti storici in nostro possesso, visibili nel Museo del Borgo, raccontano la storia del Borgo a partire dal 1850. Il capostipite della famiglia è Francesco Malvolti, notabile in Orvieto, che riceve le terre a suggello dell’amicizia con un marchese orvietano e che a sua volta ripartisce i propri possedimenti tra i due figli Antonio e Luigi. E’ a Luigi, giovane rampollo della famiglia Malvolti, energia e coraggio allo stato puro, che è destinata la tenuta di Bolsena e che in pochi anni crea la più bella e fiorente azienda agricola del territorio.
Il Borgo, unica grande famiglia, ha dato lavoro nel passato a decine di famiglie di contadini. Si coltivavano cereali, mais, alberi da frutto, bovini da carne, cavalli, conigli e pollame; nel Borgo lavorava anche un fabbro e un carpentiere, in modo da supplire a qualunque necessità. Il vero collante era tuttavia il legame di stima, rispetto e fiducia reciproca tra i proprietari e i coltivatori.
La storia si è evoluta, il mondo agricolo si è profondamente trasformato, ma la passione per la terra non è mutata, perché incardinata su un profondo rispetto per la natura e le sue leggi. Gli eredi di Francesco Malvolti hanno difeso con amore la loro terra anche nei momenti in cui l’agricoltura ha vissuto momenti difficili, creando un mix sapiente di antichi e nuovi tesori.
Il Borgo si è saputo reinventare, a partire dal 2000, ha aperto i suoi casali di pietra vulcanica ai tanti turisti che vengono da tutto il mondo per vivere un’esperienza unica di relax, immersi in odori e colori indimenticabili.
Ad accoglierli tre generazioni: Carla e Luigi Emilio con le figlie ed i nipoti.
Luigi Emilio ha poi arricchito il Borgo con le sue splendide sculture in olivo e in ferro, offrendo agli ospiti una profonda riflessione sull’arte contemporanea.
Le terre del Borgo digradano dalla collina al lago ed i casali si affacciano maestosi sul lago vulcanico più grande d’Europa e sono attraversati dalla famosa via Francigena,
un sentiero percorso fin dal Medioevo dai pellegrini che si recavano da Canterbury a Roma, oggi la più famosa tra le vie del turismo lento.
I nostri prodotti con marchio registrato disegnato dall’artista di famiglia Luigi Emilio hanno conquistato il mercato degli amatori della purezza. Nel giro di due anni Borgolio Monocultivar bio è entrato nella “Guida ai sapori e piaceri della Tuscia Etruria” per due edizioni consecutive 2018 e 2019 e alla “Guida Gambero Rosso 2018- Oli d’Italia e 2019. Nel 2018 è stato conferito anche il riconoscimento internazionale AIPO d’argento.
Dopo il successo dell’olio i proprietari hanno iniziato la coltivazione di grani antichi, Senatore Cappelli e Khorasan (o Turanicum) per la produzione artigianale di pasta biologica, macinata a pietra, dal sapore irresistibile. Dal settembre 2018 produciamo farro mono cocco decorticato, il cereale più antico del mondo ed il più ricco di proprietà nutritive.
La nostra è dunque una storia d’amore e di profondo rispetto per la natura e i suoi ``abitanti``!